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Il prossimo 1° dicembre, la Corte d’Appello di Potenza si riunirà per rivalutare il caso di Gianni Paciello. Sul 24enne, pende una condanna in primo grado a 10 anni e 4 mesi (oltre alla sospensione della patente per ulteriori 4 anni) per un quadruplice omicidio stradale, noto alle cronache come la “strage di Sassano“. La strategia difensiva punterà a dimostrare che Paciello agì sotto effetto di un malore e fu, peraltro, tradito dall’impianto frenante della sua vettura.