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Continua il “Campania Sound Experience”, l’avventura musicale che si sviluppa paralleamente al Giffoni Film Festival all’interno della cittadella del cinema. Ospite del giorno il grande Eugenio Bennato, ormai icona e riferimento della musica popolare italiana: << Un evento di grande successo a cominciare dal numero delle presenze. Questo è importante perchè si parla di cinema, di nuove generazioni e di Sud. – spiega il cantautore partenopeo – Temi importanti e vedere come un paesino sperduto può diventare il simbolo di un Sud Italia che si muove e si propone artisticamente e culturalmente, mi rende orgoglioso. >>
Successivamente non mancono le battute sul nuovo mondo dei “social”, che Bennato non rinnega, ma pur captando il suo grande potenziale preferisce solamente osservarlo lasciando agli altri componenti del suo staff la possibilità di promuovere la sua musica attraverso questo mezzo: << Pur ricorrendo agli strumenti più antichi del mondo non ho mai rifiutato la tecnologia. Sono troppo preso dalla musica per interessarmi in prima persona. Però essere presenti anche a livello di tecnologia avanzata mi fa molto piacere anche per il seguito, “Mon pere et ma mere” ne è un esempio, non è l’ultima canzone che ho scritto eppure sta avendo molti riscontri. >>
Dopo la breve parentesi sul mondo 2.0, Eugenio esprime in poche parole tutta la sua poetica, il suo modo di essere e tutto ciò che muove il suo genio e la sua melodia: << Dove andrò non lo so, la musica è qualcosa di impalpabile che va di pari passi col quotidiano e con la storia però sicuramente dei punti fermi li abbiamo messi: la riconquista della nostra identità meridionale, l’opposizione in direzione ostinata e contraria alla globalizzazione che tende ad avere prodotti uguali in tutto il pianeta. Evviva l’artigiano che costruisce le scarpe fatte a mano, evviva il liutaio che costruisce le chitarre battenti, evviva chi scrive una musica che appartiene alla propria fantasia e alla propria terra.>>
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