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E’ l’ennesima storia italiana, di quelle negative che coinvolgono burocrazia e politica. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio del 1998, Sarno fu inghiottita da una colata di fango che provocò morte e danni e che fu scaricato in una cava a Castel San Giorgio dove confluirono i detriti sia di Sarno che degli altri paesi colpiti: Siano e Bracigliano. Da allora, nonostante siano passati 17 anni e la Sicob – la società titolare dell’impianto – abbia sempre chiesto che quello spazio fosse liberato, nulla si è mosso. Adesso, il Consiglio di Stato ha scritto la parola fine a questa vicenda.