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Oggi nell’anniversario della morte di Bruno Lauzi celebriamo una delle canzoni più importanti della musica italiana.
Era il 1989 quando nella 39° edizione del festival di Sanremo Mia Martini tornò sulle scene con un brano destinato a rimanere nella storia.
Mia Martini dopo un lungo periodo di buio e di ombre provocate da voci infamanti, che la costrinsero ad allontarsi dal mondo della musica, trovò il coraggio di calcare di nuovo l’Ariston.
Quella sera però, a dispetto delle difficoltà che dovette affrontare in quegli anni, la sua voce non tremò, anzi, si scolpì nel cuore di molti italiani, classificandosi nona in gara e ottenendo il premio della Critica.
E come succede a volte in questi casi, gli autori del brano Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio cucirono addosso alla Martini, come dei veri e propri sarti, un pezzo che ridiede luce ad una delle più belle voci del panorama italiano.
Brano che aspettava già di essere interpretato nel 1972, anno in cui venne scritta, ma che aspettò ben 17 anni per potere essere cantato dalla unica e sola vera interprete di “Almeno tu nell’universo”: la grande Mia Martini.
Valerio Autuori