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Con l’ultimo atto della stagione calcistica si chiude definitivamente il capitolo riguardante il calcio giocato. E si apre quello del calcio chiacchierato. Il primo punto all’ordine del giorno che tra non molto sarà depositato sui capienti tavoli di Villa San Sebastiano, residenza laziale di patron Lotito, è sicuramente la scelta del timoniere che dovrà guidare la Salernitana nel prossimo campionato di serie B. Scelta delicata, che merita di essere ponderata molto attentamente, perché il palazzo su cui si reggeranno le sorti della prossima stagione calcistica deve adagiarsi su una base solida. Partendo dai patron Lotito e Mezzaroma fino ad arrivare al direttore sportivo Fabiani. Un scelta che non può e non deve essere influenzata dalla conferma automatica del tecnico prevista dalla clausola inserita nel contratto stipulato dalle parti la scorsa estate. E’ vero che in ballo ci sono cifre importanti, ma è altrettanto indiscutibile che un progetto calcistico, per essere credibile, deve necessariamente prendere in considerazione tanti altri aspetti. Primo fra tutti, quello più importante, la fiducia riposta nelle qualità tecniche ed umane del trainer di Ponsacco. In più l’aspetto economico dovrà assumere un ruolo decisamente secondario, potrà materializzarsi solo dopo aver trattato meticolosamente tutti gli altri punti della questione. Pertanto, la società stabilirà budget, obiettivi e logistica, il direttore sportivo opererà sul mercato e richiamerà all’ordine i tesserati che devieranno dalla strada maestra nel corso della stagione, mentre all’allenatore spetterà l’onore e l’onore di curare in totale autonomia tutto ciò che concerne l’aspetto tecnico. Partendo dal modulo di gioco che vorrà utilizzare, passando per la conferma dei calciatori attuali ritenuti funzionali al suo ‘nuovo’ disegno tecnico-tattico, fino ad arrivare alle esplicite richieste avanzate al direttore sportivo sulle caratteristiche dei calciatori che possano fare al caso della Salernitana in versione cadetta.
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