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In quest’ultimo periodo abbiamo avuto a che fare con due perdite importanti: Monica Vitti e Letizia Battaglia, a queste due perdite si è aggiunta, purtroppo, anche l’attrice Catherine Spaak all’età di 77 anni.
Perdite del genere lasciano vuoti difficili da colmare, basta, infatti, attraversare le carriere di queste donne per capire l’importanza che esse hanno rivestito nella cultura italiana.
Oggi ripercorriamo la vita di Catherine Spaak, dall’arrivo giovanissima in Italia alla conduzione di programmi tv, fino al teatro e alla musica.
Icona di successo mondiale, nei suoi film ha interpretato personaggi unici nei primi anni ‘60, dal Sorpasso di Dino Risi, con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant, al ruolo della compagna di Gigi Proietti nel film Febbre Da Cavallo di Steno. Questi primi ruoli, tuttavia, non snaturarono la vera natura di Catherine, una personalità forte intrisa di ribellione e spavalderia, non a caso viene ricordata come una delle prime donne attiviste in Italia.
Un’altra svolta nella carriera della Spaak ci fu quando decise di dedicarsi, oltre al cinema e al teatro, anche alla televisione, in particolare ad un certo tipo di televisione. Con un suo programma di enorme successo, Harem, Catherine cambiò un po’ il modo di fare dibattito, con la sua eleganza innata, infatti, fu in grado di imbastire puntate scevre da quel chiasso televisivo che era presente in molti salotti tv, puntando, invece, su una forte civiltà e rispetto delle argomentazioni altrui. Harem era un programma tutto al femminile, che voleva combattere una certa cultura stereotipata di quegli anni; a turno, infatti, in ogni puntata Catherine Spaak ospitava tre donne famose, discutendo con loro di temi attuali e intimi in un clima di complicità e serenità.
Catherine Spaak negli anni è sempre stata simbolo di un’eleganza senza tempo; una cultura e una preparazione che le permetteva di essere un punto di riferimento per un’intera generazione. Donna e diva indimenticabile, ma anche coraggiosa e rivoluzionaria nello sfatare i tabù di un’epoca che faceva fatica ad avanzare verso la modernità.
Valerio Autuori
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