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Stadio Benito Stirpe
Frosinone
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DIC
ORE 15:00
Salernitana
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Salernitana – Pisa: l'analisi del match

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La Salernitana supera con fatica un disciplinato Pisa nel finale di partita, dopo aver sofferto più del previsto sul piano tattico, e si regala la trasferta in casa del Chievo Verona di Rolando Maran. Una prestazione abbastanza incolore quella dei padroni di casa, che nella prima mezz’ora provano ad avere la meglio sui loro giovani dirimpettai affidandosi alle diverse soluzioni offensive del progetto tattico di Torrente, ma senza ottenere nulla di significativo in termini di occasioni da rete. Infatti è palese il desiderio della squadra di accontentare il tecnico, ma è altrettanto evidente che la recita manchi di intensità, qualità tecnica e continuità atletica. Una difficoltà fisiologica (condizione fisica che risente dei carichi di lavoro del romitaggio umbro) che finisce per agevolare il compito dei pisani per lunghi tratti della gara. Quest’ultima sbloccata nella fase più difficile per Pestrin e compagni, quando il Pisa, passando al ‘3-5-2’, riusciva addirittura a rendersi pericolosa di rimessa al cospetto dello sfilacciato ‘4-2-4’ utilizzato da Torrente per conferire maggior peso al suo reparto offensivo.
Toscani in campo con il 4-2-3-1, con Montella, posizionato alle spalle del rapido Astarita, sempre intento a dare un’occhiata ai movimenti ed alla regia di Manolo Pestrin. L’inizio di gara vede una Salernitana che prova ad essere protagonista sulla sua fascia sinistra grazie ai tagli al centro di Russotto, che liberano la corsia alle incursioni di Franco, ed a qualche ‘uno contro uno’ tentato dall’ex catanzarese. Ma, al di là dell’impegno, nulla di realmente efficace ai fini dell’abbattimento del bunker difensivo pisano. Perché Rozzio e compagni stringono le due linee (difesa e centrocampo), sia verticalmente che orizzontalmente, pur rimanendo elastici e reattivi nello scalare lateralmente sul giropalla piuttosto sporadico della Salernitana. I granata provano a mettere in pratica i principi tattici di mister Torrente anche sulla fascia destra, dove Moro e Gabionetta cercano di muovere la difesa toscana con i loro scambi di posizione. Ma è un generoso sfarfallio che trova solo qualche piccolo varco in cui insinuarsi, contando più sulla giocata un pò anarchica del brasiliano che non sull’imprevedibilità scaturita dai movimenti della catena. La gara non è semplice, perché il Pisa si difende bene ed è potenzialmente minaccioso di rimessa con i suoi giovani e brevilinei attaccanti. Però i padroni di casa, nonostante la cifra di gioco non entusiasmante, ci mettono applicazione mentale e riescono in un paio di circostanze ad essere anche tempestivi nella lettura della copertura preventiva (Lanzaro stoppa un’azione di rimessa, dopo un’iniziativa improbabile di Calil in dribbling) grazie alla linea difensiva alta. Il Pisa, ordinato e tignoso, prova ad attivare Montella e Starita tra le linee, sperando poi di distendersi lateralmente per sfruttare qualche fetta di campo lasciata incustodita dai granata. La Salernitana, intanto, continua a provare le sue soluzioni offensive, come quando Russotto va incontro alla palla, mentre Calil attacca la profondità sugli esterni e Bovo aggredisce verticalmente lo spazio. Ma il discorso non muta: i toscani restano compatti e non lasciano varchi. E’ una prova generosa quella dei granata, ma servirebbe altro per mettere in discesa il match. Basterebbe, magari, avere un pizzico di cattiveria in più nelle conclusioni dai diciotto metri, considerato che in ben quattro circostanze (Pestrin, Russotto, Bovo e Gabiobetta) si calcia senza trovare lo specchio della porta. Mancano inoltre, come evidenziato dallo stesso Torrente in sala stampa al termine del match, i cambi di gioco che permetterebbero alla squadra di aggirare la densità centrale delle due linee pisane. Intorno alla mezz’ora, dopo aver tentato vanamente di imporre la propria superiorità tecnica al Pisa, i granata hanno avvertito la necessità di tirare il fiato, anche perché le gambe sono diventate improvvisamente un pò molli. L’ultimo quarto d’ora della prima frazione, pertanto, è scivolato via abbastanza piatto, senza grandi sussulti su entrambi i fronti. La ripresa si apre con l’ingresso di Bocchetti al posto dell’infortunato Tuia, costretto ad uscire dal campo per una distorsione al ginocchio. Non cambia nulla tatticamente, così come nulla era mutato in precedenza nel Pisa con l’ingresso in campo di Ricci al posto di Provenzano. Anche i primissimi minuti della ripresa vedono una Salernitana ancora un pò bloccata sul piano atletico e mentale, con gli uomini di Favarin che sono rapidi nello sfruttare alcune incertezze del palleggio granata per sgusciare via di rimessa ma non altrettanto cinici e scaltri nel concretizzarle. Come già accaduto agli albori della prima frazione, Russotto prova a conferire imprevedibilità alla sua azione tagliando dalla sinistra al centro. Ma l’ex catanzarese riesce a guadagnare soltanto una punizione ai diciotto metri che lui stesso calcia di poco a lato alla sinistra di Bracci. A questo punto, compreso che si fa troppa fatica a scompaginare l’ordine difensivo del giovane e battagliero undici nerazzurro, e realizzato che il folto pubblico sugli spalti (circa novemila presenti) s’attende la prima vittoria della stagione, Torrente decide di cambiare il volto tattico dei suoi, inserendo Eusepi al posto di Moro. La squadra si dispone con un iper offensivo ”4-2-4”, con l’ex sannita che si aggiunge a Calil, Gabionetta e Russotto in prima linea. L’intento è quello di trovare gli appoggi giusti grazie alla presenza di Eusepi, bravo a difender palla, a far salire la squadra ed eventualmente ad attivare l’estro di Calil, che è collocato qualche metro più dietro. Favarin sembra quasi aspettarsi la variazione tattica del collega, considerato che risponde immediatamente con l’ingresso in campo di Lisuzzo al posto di Peralta ed il passaggio al ‘3-5-2′. Mossa sapiente che mette immediatamente in difficoltà la Salernitana. I granata, infatti, attaccano con quattro riferimenti offensivi, i quali però fanno fatica a rientrare per assicurare il loro contributo in fase passiva. In più, le gambe di chi gioca alle spalle del poker granata sono un pò imballate, per cui la squadra di Torrente risulta spesso sfilacciata tra i reparti. Il Pisa, al contrario, oltre a non rischiare di giocarsi la partita in parità numerica difensiva (quattro difensori contro quattro attaccanti), grazie alla presenza dei tre centrali che si avvalgono dell’apporto dei due esterni, quando riparte è in netta superiorità numerica. Perchè Golubovic e Forgacs, esterni bassi, si ripropongono e s’aggiungono al terzetto di centrocampo (Bartolini, Caponi e Ricci) ed ai due attaccanti (Starita e Montella) che offrono pochi punti di riferimento. L’insieme di tutto questo è una superiorità numerica evidente degli ospiti in mezzo al campo. Fortunatamente per Pestrin e compagni, tre consecutive percussioni toscane non generanno danni solo per l’acerba vivacità che ancora caratterizza le prestazioni dei giovani attaccanti nerazzurri, che mirano alle gambe dei difensori salernitani e non centrano clamorosamente i sette metri quasi sguarniti della porta di Strakosha. E’, in questa fase, una Salernitana abbastanza anarchica e confusionaria, che cerca di imporre la sua presenza ai venticinque metri toscani grazie alla fisicità di Eusepi e affidandosi alle giocate estemporanee di Gabionetta, il quale sempre più spesso agisce centralmente, tra le linee, nel tentativo di non dare punti di riferimento agli avversari. Intanto Russotto , assai nervoso (anche perché irritato dalla durezza degli interventi di Golubovic), lascia il posto a Perrulli. Il neo entrato viene collocato anch’egli a sinistra, ma Torrente gli chiede maggiore disciplina tattica in fase di non possesso, invitandolo ad abbassarsi ed a stringere al centro con continuità. La gara, sempre abbastanza maschia (ma non cattiva) e contrassegnata dalla tenacia difensiva del Pisa, sembra ormai destinata ai tempi supplementari, ma Bovo, attivato da Eusepi, calcia con rabbia verso la porta, trovando il gol grazie anche ad un non irreprensibile Bracci. La rete è una sorta di macigno che piomba sulle ambizioni di un Pisa generoso ma ingenuo, ed a nulla serve l’ingresso sul terreno di gioco del fresco Lucarelli, che va a surrogare l’ungherese Forgacs sulla fascia sinistra. Infatti la Salernitana, rasserenata dall’insperato vantaggio, gestisce con discreta padronanza la parte finale del match e in un paio di circostanze, grazie alla verve contropiedistica di Gabionetta, potrebbe addirittura arrotondare il punteggio.

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