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Un gruppo di poliziotti in tenuta di «intervento operativo immediato» ha arrestato un uomo a Bellizzi. Da prime e frammentarie informazioni, sembra che l’uomo sia un cittadino musulmano, avvistato con uno zainetto all’interno della chiesa di via Roma per più di mezz’ora. In manette è finito Djamal Eddine Ouali, nato a Obejaia (Algeria) il 31.01.1976, destinatario di mandato di arresto europeo emesso dal Belgio per i reati di partecipazione a un’organizzazione criminale dedita al falso documentale e favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Ad operare gli agenti della Digos di Salerno, sulla base di una delicata quanto serrata azione di intelligence condotta con il supporto del Servizio Centrale Antiterrorismo, del Servizio di Polizia Scientifica e della Digos di Roma. I documenti falsi utilizzati da alcuni dei terroristi che hanno pianificato e realizzato gli attentati di Parigi del 13 novembre e la strage all’aeroporto e nella metropolitana di Bruxelles del 22 marzo, sarebbero stati forniti da un’organizzazione della quale faceva parte un algerino residente in Italia. Il collegamento tra gli attacchi al cuore dell’Europa e l’Italia è Djamal Eddine. Il suo nome, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era venuto fuori nel corso di una perquisizione effettuata in un un sobborgo di Bruxelles, ad ottobre del 2015, dunque qualche settimana prima delle stragi di Parigi: in quell’occasione i poliziotti trovarono e sequestrarono circa un migliaio di immagini digitalizzate, tutte riferibili a falsi documenti d’identità. Secondo le autorità, dunque, Ouali faceva parte di una rete che, su larga scala, realizzava documenti falsi per terroristi e soggetti che volevano uscire ed entrare dall’Europa senza rischiare di essere intercettati ai controlli. Ma non solo: tra le centinaia di falsi documenti trovati nel covo, ce ne erano tre che sono stati utilizzati da altrettanti terroristi che hanno partecipato ai due attentati.
(Annachiara Bellino)