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Alcuni tardavano qualche minuto, affidando il proprio badge ai colleghi in attesa di trovare posto nel parcheggio, altri timbravano per poi allontanarsi dal posto di lavoro per diverse ore. Questo il racconto dei cosiddetti furbetti del cartellino. Il meccanismo della copertura reciproca tra i dipendenti esisteva, ma tanti lavoratori finiti nel mirino della Procura si giustificano con commissioni di pochi minuti e necessità di risparmiare sul carburante utilizzando a turno un’auto diversa. L’inchiesta continua tra posizioni differenziate e accuse reciproche.
(Jessica Fiorillo)