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Quarantasei giorni. Tanto è durata l’avventura alla Salernitana di Andrea Russotto, fantasista romano classe ’88 prelevato dal Catanzaro il 16 luglio scorso e ceduto ieri, sul gong del calciomercato. Entrerà, suo malgrado, nel novero delle meteore granata, con 2 presenze ufficiali all’attivo (in Tim Cup con Chievo e Pisa) e zero reti. Ma, forse, la delusione maggiore è stata non poter prendere parte al torneo cadetto, suo grande desiderio. “Stasera, o al massimo domani mattina, partirò per Catania – confessa in un intervista un triste, e forse anche un tantino adirato, Andrea Russotto – Ora sono ancora a Salerno per sistemare le ultime cose“. Andrà via, nonostante le dinamiche della trattativa risultino ancora poco chiare: “C’è stata una diversità di vedute con la società, una situazione un po’ strana ed inaspettata. Eravamo numerosi dopo gli ultimi innesti ed io mi sarei ritrovato fuori lista restando in granata. Per questo ho deciso di andare da un’altra parte”. Quindi, di conseguenza, da ciò si evince che anche Russotto, in un certo senso, abbia fatto pressione per andare via: “Assolutamente no, anzi. Io non volevo andare via da Salerno e dalla Salernitana, altrimenti non avrei accettato il trasferimento poco più di un mese fa. C’è stata però un’insistenza notevole da parte di una grande società come il Catania e in virtù del fatto che sarei potuto restare ai margini del gruppo ho valutato questa importante offerta (triennale, ndr)”. Schierato nelle due gare di Tim Cup, già sabato in occasione dell’amichevole con il Bari era stato omesso dall’undici titolare. Che ci siano anche alcuni screzi con mister Torrente alla base di tutto ciò? “Torrente spesso mi ripeteva “stai giocando, vedi. Stai trovando spazio, quindi stai tranquillo” e poi invece è successo quello che tutti sanno. Ma il mister non c’entra, nessuna polemica. E’ stata una scelta operata dalla società ed io l’accetto, va bene così. E’ il calcio”. Riuscire a ritornare in serie B dopo qualche anno e vederla sfumare ancora una volta. Potrebbe essere questo il vero rammarico, non riuscire a confrontarsi con la cadetteria: “Vedremo come andrà a Catania…”
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