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A pochi mesi dalla possibile approvazione della legge di riforma del sistema di protezione a favore dei testimoni di giustizia, i diretti interessati lamentano di assistere “impotenti alla continua confusione e mortificazione” della loro “dignità”.
È accaduto ieri a Napoli a Ignazio Cutrò, Presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, invitato a Salerno per dare la propria testimonianza di ribellione alle mafie e di sostegno a tutti gli imprenditori e commercianti che vogliono opporsi alle prepotenza e violenza mafiosa. “Ebbene di violenza e di prepotenza è stato vittima Ignazio Cutrò – sostiene l’Associazione- al cui arrivo all’aeroporto di Napoli non solo si è visto inspiegabilmente e gravemente depotenziato il servizio di scorta ma è stato destinatario di gravi insulti da parte di un esponente delle forze di polizia che lo ha dapprima definito più volte collaboratore di giustizia e poi lo ha insultato con parole gravemente ingiuriose”. ” I testimoni di giustizia sono la punta di diamante nello Stato nella lotta contro le mafie” afferma Cutrò, ma nonostante ciò “assistiamo ancor oggi a gravi fenomeni di sottovalutazioni sulla loro sicurezza”, mentre per altri, come l’ex presidente delle Misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, “lo stesso Stato mantiene il servizio di scorta pur avendo, la Saguto, irrimediabilmente compromesso il prestigio delle Istituzioni a seguito della sua condotta in quanto indiziata di gravi reati quali corruzione, abuso d’ufficio e riciclaggio.
Ai testimoni di giustizia non resta che l’amara considerazione che in questo Paese chi si espone contro le mafie finisce per essere considerato solo un ingrato rompiscatole”.
FONTE ANSA