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Inquinamento, Legambiente: “nell’area Fonderie Pisano valori otto volte superiori alle altre zone della città"

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Pm10, nell’area delle Fonderie Pisano valori anche otto volte superiori a quelli registrati in altre zone
della città
 

Rumore, decibel elevati in cinque dei sei punti monitorati 

Legambiente: “La vertenza delle Fonderie deve trovare una rapida soluzione per tutelare la salute pubblica e l’ambiente”

 La Campania resta sotto la morsa dell’inquinamento atmosferico

In quasi tre mesi dall’inizio 2016 solo la pioggia frena le concentrazioni di PM10. Molte città sono già oltre il 50% del limite dei 35 giorni annui di superamento. Sparanise è già fuori legge con 39 superamenti; San Vitaliano è a 34, poi San Felice a Cancello (20);Pomigliano d’Arco (20), Benevento (18); Avellino (17), Napoli (17)

inquinamento-radiobussolaNella zona industriale a nord di Salerno, nei pressi della Fonderie Pisano, i monitoraggi eseguiti dai tecnici di Legambiente evidenziano valori di polveri sottili dalle cinque alle otto volte superiori a quelli registrati in altre aree della città. Pur non essendo comparabili i valori di inquinanti registrati dai tecnici di Legambiente con i valori normativi di riferimento per il PM10 (50 microgrammi per metro cubo come media giornaliera), restano comunque indicativi di una situazione particolarmente critica. Questo nonostante le giornate fossero caratterizzate da pioggia e vento, classici alleati per la dispersione dello smog. Sul fronte dell’inquinamento acustico i decibel registrati superano quasi sempre i limiti imposti dal piano comunale. È questa la fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che in questi giorni ha fatto tappa a Salerno, ottava tappa del tour 2016 del convoglio ambientalista che sta percorrendo l’Italia per monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico, ma anche per parlare di smart cities, ecoquartieri, mobilità nuova e stili di vita.I risultati del monitoraggio scientifico – realizzato grazie alla collaborazione con Valorizza, brand di Studio SMA e Gemmlab, e con il contributo scientifico La Sapienza e CNR – è stato presentato questa mattina in conferenza stampa da Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente; Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania e Elisa Macciocchi, presidente circolo Legambiente Salerno, alla presenza di Gerardo Calabrese, assessore all’Ambiente del Comune di Salerno.   


“Nonostante pioggia e vento, condizioni che di norma aiutano a disperdere gli inquinanti, i dati registrati dai nostri tecnici confermano una
criticità molto elevata nella zona industriale nei pressi delle Fonderie Pisano – dichiara Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania -. Una situazione già monitorata con attenzione dall’Arpac e che ha fatto registrare dall’inizio dell’anno ad oggi 10 superamenti dei valori limite previsti dalla legge. Le Fonderie Pisano non rappresentano più un problema tecnico ma di decisione politica. È ormai accettata l’ineluttabilità della delocalizzazione, perché quell’area è ormai è parte integrante del tessuto urbano. L’unica cosa da stabilire, e in tempi brevissimi, è la delocalizzazione che deve avvenire necessariamente in un’area industriale. Una scelta che consentirebbe anche la possibilità di un ammodernamento dell’impianto per garantire la salubrità sia degli stessi lavoratori che dell’ambiente circostante. È tempo di risolvere definitivamente questa vertenza nell’interesse della collettività e della salute pubblica”.

“Occorrono sempre più controlli in città per garantire la qualità della vita dei cittadini – sottolinea  Elisa Macciocchi, presidente di Legambiente Salerno –. Non basta una sola centralina urbana a fronte di un variegato tessuto urbanistico che vede convivere le zone costiere e di lungomare, le zone collinari e pedemontane, zone industriali, zone portuali, tracciati ferroviari e autostradali, il tutto concentrato in una relativamente piccola porzione di territorio. Il monitoraggio del Treno Verde esamina inoltre anche un’altra componente importante dell’inquinamento presente nelle nostre città, quella del rumore, spesso sottovalutata ma che ha conseguenze sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica. A Salerno su cinque punti su sei monitorati i valori di decibel hanno raggiunto livelli più alti di quelli consentiti dal piano di zonizzazione acustica. Primo imputato resta il traffico, per questo ribadiamo la necessità di ripensare la mobilità in città”.

A dimostrare l’urgenza di adottare azioni concrete e politiche di sistema per uscire dall’emergenza smog vi sono anche i dati della campagna di Legambiente “Mal’Aria”. In questi quasi tre mesi del nuovo anno diverse città campane sono già oltre il 50% dei giorni di “bonus” a disposizione previsto dalla legge (35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 µg/m3 giornalieri di polveri sottili). Addirittura Sparanise è già fuori legge con 39 superamenti; San Vitaliano (centralina Scuola Marconi) è a 34; San Felice a Cancello (20); Pomigliano d’Arco (Area Asi) 20 superamenti; Benevento (18); Avellino (Alighieri) 17; Napoli (Museo) 17.  I dati fanno riferimento alla centralina peggiore presente nella città che ha registrato, al 22 marzo, il maggior numero di superamenti, a partire dai dati disponibili sui siti delle Regioni, delle Arpa e delle Provincie. Vale la pena ricordare che anche il 2015 ha fatto registrate numeri preoccupanti per il Pm10 con il 75 per cento delle centraline urbane monitorate da Legambiente ha superato il limite dei 35 giorni consentiti per i valori di Pm10.

“È urgente e indispensabile – aggiunge Buonomo – che la Regione adotti al più presto un Piano per la mobilità urbana, dotato di risorse economiche, obiettivi misurabili e declinabili. La priorità deve essere la realizzazione di nuove linee metropolitane, tram e di autobus a cui devono essere vincolate da subito almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture, da destinare alle città, dove si svolge la sfida più importante in termini di rigenerazione urbana e di vivibilità”.

Presenti all’incontro anche gli studenti del liceo artistico Sabatini – Menna di Salerno autori del video scelto da Legambiente per la campagna #VotaSì #StopTrivelle per il referendum nazionale del 17 aprile sulle trivellazioni petrolifere, nell’ambito del concorso Spot School Award.

“Le città possono e devono dare un contributo fondamentale alla sfida del clima – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – ma è necessario un cambio radicale delle scelte urbanistiche da parte dei Comuni, per mettere in sicurezza le aree più a rischio, fermare il consumo di suolo, riqualificare gli spazi urbani, le aree verdi e gli edifici, con l’obiettivo di diminuire le concentrazioni di inquinanti e smog nelle nostre città. Servirebbe però soprattutto una visione strategica del futuro energetico del Paese, un piano per portare il nostro Paese fuori dall’era dei fossili e verso un futuro fatto di rinnovabili così come ci siamo impegnati a fare firmando l’Accordo di Parigi al summit della Cop 21. Un sistema, quello delle rinnovabili, fatto oggi di 850mila impianti da fonti rinnovabili presenti nei comuni italiani, che da lavoro a 60mila persone con una ricaduta economica pari a 6 miliardi di euro. Per questo al referendum del 17 aprile è fondamentale andare a votare e votare Sì per ribadire al Governo che il futuro dell’energia non passa dalle trivelle e dalle fonti fossili ma dalle rinnovabili e dall’innovazione, nell’interesse delle famiglie e del clima”.

IL MONITORAGGIO SMART DEL TRENO VERDE – la novità: Il monitoraggio del Treno Verde non vuole sostituirsi ai controlli TrenoVerde
eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città. Proponiamo un approccio metodologico diffuso, una campionatura itinerante che, messa a regime, permetterebbe alle città di individuare le criticità e attuare risoluzioni concrete e mirate, a servizio del benessere e della sicurezza dei cittadini. I tragitti individuati per il monitoraggio itinerante – che grazie a una strumentazione portatile consente di misurare in continuo i valori di inquinanti (PM10, PM2,5 e PM1) – sono stati scelti in maniera tale da poter effettuare un confronto tra le diverse aree di un tessuto urbano. È stato possibile così rilevare in tempo reale le concentrazioni nell’aria delle polveri sottili e del rumore simulando, quindi, i livelli d’inquinamento che ogni cittadino respira spostandosi tra le strade cittadine. L’obiettivo – oltre scattare un’istantanea del quartiere preso in esame – è quello di informare in tempo reale i cittadini e gli amministratori attraverso la pubblicazione dei risultati del monitoraggio sul portale www.trenoverde.it, facilmente accessibile e consultabile, che restituisce una mappatura di dettaglio dell’area presa in esame, così da avere un valido strumento per studiare e pianificare le soluzioni per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano.

Gli hot spot di mezz’ora con misurazioni di polveri sottili e inquinamento acustico sono stati eseguiti in diverse zone della città il giorno mercoledì 23 marzo – caratterizzato da intense precipitazioni nella mattinata e nel primo pomeriggio e schiarite nel corso della giornata.

In prossimità della zona industriale a Nord della città di Salerno, sede delle Fonderie Pisano al centro di particolare attenzione da parte di cittadini, associazione e comitati locali, sono stati eseguiti ulteriori due hot spot – uno a nord degli impianti in via dei Greci e l’altro a sud in via della Partecipazione.

Nell’hot spot HS5 in via dei Greci, i valori di PM10 hanno dato una media di 107,8 microgrammi/mc, un valore molto elevato, otto volte superiore rispetto ai valori registrati nella stessa giornata negli altri hot spot eseguiti in città. Per quanto riguarda l’inquinamento acustico i valori misurati rientrano appena entro i limiti previsti dalla zonizzazione per le aree industriali (65 db) avendo misurato un valore medio pari a 58,6 db.

L’hot spot HS6 in via della Partecipazione ha mostrato un valore medio di PM10 pari a 69,7 microgrammi/mc, un valore circa cinque volte superiore a quanto registrato in giornata in città; I decibel registrati (Leq pari a 68,2 db) in questo caso sono superiori a quanto previsto dal piano di zonizzazione acustica della città che prevede per la classe III un limite di 55db.

L’HS1 presso il Lungomare Trieste fronte via Cilento (nella zona pedonale a ridosso della strada), classificata secondo il piano di zonizzazione acustica come area ad intensa attività umana (classe IV) e con un limite di Leq pari a 60 db, ha dato un valore di Leq pari a 62,3 db mentre il valore delle polveri sottili PM10 ha dato una media di 10,6 microgrammi/mc.

L’HS2 presso via Porto altezza molo 3, nella porzione occidentale della città, classificata sempre in classe IV dal piano di zonizzazione della città di Salerno; i valori di decibel registrati nel pomeriggio hanno evidenziato un Leq pari a 68,4 db contro i 60 db previsti dalla legge, mentre la media di PM10 è stata di 14 microgrammi/mc.

L’HS3 presso Corso Vittorio Emanuele, altezza via Fieravecchia, nel centro di Salerno, classificata in zona IV con limite di 60 db, ed ha mostrato un valore di Leq pari a 65,9 db mentre il PM10 ha dato una media di 8 microgrammi/mc.

L’HS4 su via Vernieri, sotto via Moscati, classificata come zona ad intensa attività, ha dato un valore di Leq pari a 62,6 db mentre la media delle polveri sottili PM10 ha dato un valore pari a 18,4 microgrammi/mc.

I monitoraggi itineranti sono stati eseguiti nella giornata del 22 marzo. In mattinata sono stati eseguiti i percorsi nel centro e sul lungomare di Salerno (percorso A e B) con temperature primaverili e cielo sereno e soleggiato, mentre nel pomeriggio è stato eseguito il percorso C che ha coperto una porzione della parte alta della città con temperature in forte riduzione, cielo nuvoloso parzialmente piovoso e forte vento.

Il percorso A (Stazione Centrale, Piazza della Concordia, Lungomare Trieste, Corso Garibaldi, nuovamente Lungomare Trieste nel tratto pedonale ed infine Via Roma e Via Einaudi) ha fatto registrare una media di PM10 pari a 41,7 microgrammi/mc, con la prima parte nel percorso misto tra il lungomare Trieste e Corso Garibaldi  (stazioni A1 – A7) che ha evidenziato le maggiori criticità (con una media dei punti indicati di circa 44 microgrammi/mc), mentre le stazioni terminali (A8 – A10) in corrispondenza del percorso pedonale più distante dal trafficato Lungomare Trieste, della Villa Comunale e nello slargo tra via Einaudi e via Portacatena, hanno evidenziato dei valori medi di polveri sottili più bassi che si sono attestati mediamente intorno ai 36 microgrammi/mc.

Il percorso B (Stazione Centrale, corso Vittorio Emanuele, via dei Principati, Piazza XXIV Maggio, via Fieravecchia, via San benedetto, via dei Mercanti, via Genovesi, via Roberto il Guiscardo, via Dogana Vecchia, via Portacatena) ha attraversato parte della zona a traffico limitato ed ha mostrato la media di PM10 più alta dei tre percorsi eseguiti con un valore di 48,8 microgrammi/mc; i valori di picco si sono registrati in prossimità delle stazioni B9 e B10 su Corso Vittorio Emanuele nei pressi della stazione dove la media dei punti è stati rispettivamente di 71 e 66 microgrammi/mc. Il percorso è stato eseguito la mattina tra le 8:30 e le 10:30 e le cause delle elevate concentrazioni sono da attribuire oltre che alla scarsa efficienza della ztl anche alla conformazione del tessuto urbano che mostra nel centro stretti vicoli ed edifici molto alti che favoriscono la concentrazione delle polveri sottili.

Nel percorso C (Corso Giuseppe Garibaldi, Viale Unità d’Italia, Via Lungoirno, Via Cacciatori dell’Irno, Via Giovanni Francesco Memoli, Via Vincenzo Pellecchia, Piazza San Francesco, Via dei Principati) si sono riscontrati valori di PM10 più bassi rispetto ai percorsi precedenti; infatti la media dei 10 punti si aggira intorno ai 22 microgrammi/mc. Il punto di monitoraggio denominato C6 in Via Giovanni Francesco Memoli ha mostrato il valore di picco del percorso con un valore di 32 microgrammi/mc. In generale il valore basso di concentrazione del percorso può essere ricondotto alla variazione delle condizioni climatiche tra la mattina e il pomeriggio, dove c’è stato un abbassamento delle temperature, un aumento del vento e una sporadica pioggia.

Da segnalare che i dati Arpa ufficiali portano per la giornata del 22 marzo il superamento del valore limite di 50 microgrammi/mc per la centralina attiva in città. È stata installata anche una centralina di monitoraggio fissa – installata in via Madonna di Fatima – che ha monitorato gli inquinanti atmosferici per 48 ore con una media di 18,4 microgrammi per metro cubo come media sui due giorni.  

 

Nei giorni di tappa del Treno Verde a Salerno circa mille studenti delle scuole della provincia hanno visitato la mostra didattica e interattiva allestita a bordo delle quattro carrozze.

 
 

La mappa interattiva del monitoraggio con tutti i dati rilevati è disponibile su www.trenoverde.it

(COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE)