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Trema la terra nell’Alta Valle del Sele, nei comuni al confine tra le province di Avellino e Salerno. Un sisma, di magnitudo 3.1, è stato registrato ieri sera, poco prima delle 19.20, con epicentro localizzato nei pressi di Calabritto, a circa 14 km di profondità.
Intanto, dall’Osservatorio Vesuviano, giungono dichiarazioni autorevoli sull’altro sisma di giornata, un terremoto superficiale di magnitudo 2.4, che, attorno alle 12, era stato registrato sul Vesuvio ed avvertito anche in provincia di Salerno: si tratterebbe di un tipico terremoto vesuviano, di intensità poco più forte dei tanti che avvengono quotidianamente in zona. “Il vulcano è ancora attivo”, spiegano gli esperti, “ma, storicamente, non ha mai provocato terremoti dannosi”.
I pericoli ambientali non terminano qui. A lanciare l’allarme è Legambiente. A 17 anni dalla frana di Sarno, la Regione non ha ancora imparato a prevenire il rischio ambientale: sono oltre 500 i comuni campani a rischio, per un totale di un quinto del territorio regionale. Secondo le stime di Legambiente, servirebbero ad oggi più di 30 miliardi per intervenire sul problema in maniera organica.