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Salernitana-Bari quest’anno s’è già giocata tantissime volte. Solo una sul campo, anzi due: c’è lo 0-0 estivo in amichevole in fase di rodaggio all’Arechi, poi il 2-1 per i galletti di novembre, quando sulle rispettive tolde delle navi non erano ancora saliti né Camplone, né Leonardo da Ponsacco. Tuttavia è sul mercato che nell’ultimo anno calcistico si sono verificati innumerevoli incroci. “Colpa” dell’ambizione granata post-promozione, che ha inevitabilmente spostato le antenne del direttore Fabiani su obiettivi importanti, di categoria, in entrambe le finestre del calciomercato. E pazienza se poi sono state altre le trattative condotte in porto. Per questo motivo, dunque, ma non solo. Perché in estate, dopo aver silurato Menichini, la proprietà decise di affidare la squadra a quel Vincenzo Torrente ch’è legato a doppio filo con Bari, con il Bari e con molti calciatori ancora di stanza in Puglia.Andrea Rossi e Daniele Sciaudone rappresentano gli esempi più lampanti. Il trainer costiero, com’è risaputo, ama circondarsi di calciatori già avuti alle proprie dipendenze, che sanno quel che vuole il tecnico e conoscono a memoria schemi, idea di calcio, pregi e difetti delle squadre allenate dal cetarese. Così, sia in estate che a gennaio l’ippocampo ed i galletti si sono ritrovati a lottare (sul mercato) per gli stessi obiettivi, con il Bari che più volte s’è dovuto cautelare di fronte alle avances mosse proprio dal sodalizio di via Allende nei confronti di calciatori già all’ombra del San Nicola. Ma andiamo con ordine, partendo da molto lontano. Dall’estate, con esattezza, quando il valzer delle punte rende ancor più caldo un clima già di per sè torrido. Massimo Coda e Riccardo Maniero ne sanno qualcosa. Sono stati loro ad infiammare il mercato degli attaccanti in serie B, croce e delizia di allenatori e direttori sportivi. Il primo, un sogno mai sopito del ds Fabiani, sembrava in procinto d’accasarsi in massima serie: il Chievo faceva sul serio, lo aveva già fatto allenare con il resto della squadra ma…gli infortuni di Izco e Radovanovic hanno scombussolato i piani. I clivensi avevano un solo posto in lista e, ovviamente, dovettero far fronte alle tante assenze nella terra di mezzo con l’innesto dell’esperto Pinzi. Così, poco prima dell’happening del 29 agosto all’Arechi tra Salernitana e Bari, l’annuncio dell’arrivo a Salerno dell’ex Parma. Triennale per lui e concorrenza di Maniero battuta in volata. Anche l’attaccante partenopeo fu protagonista quella sera, pur senza scendere in campo. Se fosse stata una telenovela, però, quella tra Maniero e la Salernitana, siamo sicuri che avrebbe tenuto davanti al televisore con la bocca aperta milioni e milioni di telespettatori. Dai più piccoli ai più grandi, dai più giovani ai più anziani. Dai 3 ai 99 anni, come per i giochi da tavolo. Nella prima decade di agosto, l’ex Catania era cosa fatta. Il suo passaggio a Salerno sembrava una mera formalità, tant’è che l’accordo era totale e bisognava mettere solo nero su bianco. Fu avvertito Torrente, il quale nonostante non avesse mai avuto alle proprie dipendenze il calciatore conosceva benissimo il suo valore e non poteva far altro ch’essere soddisfatto dell’operazione. Poi, però, si materializzò il colpo di scena: Fabiani diede una deadline al giocatore che dapprima accettò, dopo un breve confronto con il suo procuratore, ma successivamente iniziò ad essere infastidito, adirato, per una situazione che non si risolveva. Il perchè dell’attesa era ed è fin troppo chiaro. Ed ha un nome e cognome: Massimo Coda, appunto, che intanto era corteggiato dal Bari ma non faceva dormire la notte Angelo Fabiani. Un piccolo tira e molla, qualche incontro con Beppe Galli nelle segrete stanze di via Allende ed un triennale a cifre importantissime che mise tutti d’accordo. E così s’arrivò alle strette di mano. Anche per quanto riguarda Maniero, in quanto l’arrivo di Coda a Salerno diede il là all’assalto decisivo di patron Paparesta per l’ex Catania. Finita qui? Macchè, neanche per sogno. Vincenzo Torrente, infatti, avrebbe riabbracciato – oltre a Galano, poi passato al Vicenza – con immensa gioia Marco Romizi, un calciatore che tanto avrebbe potuto dare a questa squadra in termini di nerbo, dinamismo, temperamento. Ama fungere da schermo avanti la difesa il mediano barese, mentre per Torrente è un’ottima mezz’ala a causa anche della sua struttura fisica (non altissimo). Poteva arrivare in estate, dopo l’avvento in Puglia di Valiani. Sembrava si fossero creati i presupposti per un doppio colpo nel Tavoliere: Defendi più Romizi. Ammiccamenti, qualche telefonata qua e là tra dirigenti ed ex compagni di squadra, quindi il nulla. Entrambi, alla fine, hanno preferito restare in Puglia. Solito refrain anche a gennaio, complice l’allontanamento di Nicola e con i due calciatori impegnati a farsi spazio nel disegno tattico del neo-tecnico Camplone. In parte ci sono riusciti. In particolar modo Romizi, nuovamente titolare da qualche settimana e ritornato su livelli importanti. Poteva approdare via Lazio anche il coloured Minala, girato poi in prestito al Bari ed ora ai box per alcune noie muscolari. In qualsiasi caso, però, il centrocampista non è riuscito a guadagnarsi la stima della gente, avendo fornito – almeno fino a questo momento – prestazioni a dir poco altalenanti. Sempre durante la finestra fredda del mercato, inoltre, il ds Fabiani si fiondò sull’esperto Matteo Contini per colmare il vuoto causato dalla partenza di Maurizio Lanzaro: l’ex Atalanta, tuttavia, non volle saperne di lasciare il capoluogo pugliese per motivi strettamente familiari. Stesso dicasi per l’ex Celtic Massimo Donati, anch’egli contattato dai dirigenti granata durante il calciomercato invernale. Che avrebbe potuto regalare un autentico crack – almeno per la categoria – alla Salernitana:Gianluca Sansone. Ne parlarono direttamente Lotito e Paparesta e, quando scendono in campo i presidenti, spesso gli affari si portano a termine. Non fu così, però, per l’ex Sampdoria. Il placet di Ferrero c’era (anche lui in buoni rapporti sia con Paparesta, sia con Lotito) ma una chiacchierata esplorativa tra l’agente del calciatore – Jimmy Fontana – e la Salernitana stoppò tutto. Sansone non aveva alcuna voglia di venire a Salerno ma, soprattutto, di lasciare Bari. In quei minuti – gli ultimi del mercato – rifiutò anche la destinazione Livorno e così la Salernitana accelerò e chiuse definitivamente la trattativa per Leonardo Davide Gatto. Quanti intrecci, quante storie di mercato. Al fischio d’inizio però, tutto sarà annullato, resettato, messo momentaneamente da parte. Dissapori, malumori, antipatie, simpatie ed amicizie, almeno in campo. Perché il clima sugli spalti sarà lo stesso che caratterizza le sfide tra Salernitana e Bari da ormai trent’anni. Novanta minuti di passione, sudore, ardore. A caccia di punti preziosi per la salvezza. Poi, magari, si ritornerà a pensare a quello che poteva essere ma che purtroppo non è stato. Per tirare le somme c’è tempo. Per raccogliere punti importanti in chiave salvezza, invece, non più. Serve la svolta, quella vera.
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