Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Solo cinque statuette a Salerno: Napoli porta a casa tutto il resto. Lo staff è già al lavoro per una seconda edizione e annuncia: “Diventeremo un appuntamento annuale per dare voce alla street culture”. C’è più sangue afroamericano nelle crew di Napoli che in quelle del salernitano. La città del Vesuvio sbanca alla prima edizione UrbanArt – Performance Best Crew, il premio dedicato all’emisfero hip hop in scena ieri sera al Dolcevita Italian Discoteque di Pontecagnano per un pubblico gremito che ha toccato la soglia dei 2mila spettatori. Dei sedici premi in palio solo cinque sono andati a Salerno e provincia. Ma tra questi si cela la speranza per le generazioni (ed edizioni) future. Il premio speciale per la “Crew più giovane” se lo sono aggiudicato i “Minions”, piccoli danzatori sotto i dieci anni formati a pane e hip hop dalla dolce coreografa salernitana Teresa Autuori.
Del territorio premiati anche: Urbankey di Mario Nocera (Salerno), Kiss Monkey e Dusty Monkey di Andrea Veneri (Battipaglia) e la L.A.M Family capitanata da Jesus Guia (Cava dei Tirreni). Grandi applausi anche per i due gruppi ospiti in rappresentanza di altrettante scuole: l’ottavo circolo Don Milani di Salerno e l’Itis Leonardo Da Vinci Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Tutto il resto va alla metropoli partenopea. Vincono: RL e Sconnexion entrambe di Ilaria di Iorio, I’m so special di Michele Cuomo, Aka The Dancer di Salvatore Capasso, Unbox di Giovanni Mauriello, Rage Family di Peppe Pjay Panzieri, Inda Family di Gaetano Porto, il gruppo di Max Balestra, la Crew di Marko Schiavi, Bad Crew di Ilaria Cristiano, Infinity di Enzo Iorio, CK Dance di Alfredo Ruffo (Aversa).
Ma, più in generale è stato un pomeriggio di festa dove l’hip hop e le sue discipline, ovvero il rap, l’arte della manipolazione del giradischi (il Turntablism), il B-Boying (conosciuto anche come Breakdance), ed infine l’arte delle bombolette (l’Aerosol art) l’ha fatta da padrona. Merito anche degli ospiti invitati a partecipare che hanno dimostrato lo spirito sociale di questo linguaggio che accomuna e non divide. Lo ha testimoniato egregiamente la triade formata da Gigi Soriani, dj, producer e remixer tra i più noti in Italia chiamato a “dirigere” dalla consolle tutte le esibizioni, Fabio Ferro, alias Patto Mc, orgoglio rap tutto salernitano molto noto nella scena underground nazionale, e la special guest della serata, Clementino, che, oltre a premiare le crew vincitrici si è piacevolmente lasciato andare ad una simpatica improvvisazione live insieme ai suoi colleghi. Un’ora e più di concerto che ha “costretto” tutti a fare le ore piccole. Ideato e diretto da Mario Bobo, in collaborazione con Fabrizia Strano, lo staff conferma le intenzioni future. «Ci auguriamo che Urbanart possa diventare un appuntamento annuale – spiegano – nella speranza di attirare, ogni volta, l’attenzione dei professionisti di settore e contemporaneamente coinvolgere gli amanti di questo mondo dell’intera regione».