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È il primo album in studio dei Litfiba che non sia suonato dalla formazione originaria, la band rimane capitanata dal duo Piero Pelù/Ghigo Renzulli, che si avvale della collaborazione del tastierista Antonio Aiazzi. Il disco getta le basi per la costruzione della cosiddetta “tetralogia degli elementi” che prenderà corpo negli anni successivi, e che rappresenterà i quattro elementi naturali; questo disco è dedicato al fuoco. Il disco è caratterizzato da pezzi di denuncia, come la title track, che ironizza sul presunto satanismo nel rock, “Woda Woda”, sulla penuria di acqua sul pianeta terra e la celebre “Proibito” che descrive un mondo limitato in tutto, dove niente è più effettivamente libero. Ci sono pezzi molto più intimi e introspettivi come “Ragazzo” e “Il volo”, che ricorda la triste perdita di Ringo de Palma, morto per un’overdose di eroina, e a cui è dedicato il disco. Con questo album la band si sposta su un rock più diretto e meno underground proseguendo sull’onda del cambiamento iniziato con Litfiba 3 e Pirata e avendo ormai abbandonato la vecchia formazione in cui le sonorità erano decisamente più vicine alla New wave/Dark e più genericamente al rock alternativo. Questo disco è inoltre caratterizzato da un suono ricco di influenze latine ed è il disco che fa raggiungere ai Litfiba il grande pubblico, raggiungendo circa 400.000 copie vendute in circa un anno e mezzo.
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